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Questo blog nasce all’interno del nostro percorso in Psicologia del benessere, una nuova aria che si respira tra i corridoi della Facoltà.

L’idea è far scoprire alle persone le potenzialità che hanno per poter affrontare al meglio le sfide di ogni giorno.

Abbiamo deciso di avventurarci nel mondo dell’empowerment familiare, perché, attraverso le nostre esperienze abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto sia importante la famiglia come fonte di supporto e come fattore protettivo, ma anche come questa, in alcune situazioni particolari della vita, possa aver bisogno di un aiuto!

Curiosi di saperne di più? vi aspettiamo qui!! :)

Alice & Maura

martedì 15 marzo 2016

ADHD, un campus per famiglie

Chiacchiere al telefono con la dott.ssa Sgroi


“Là dove vi è la sfida di un ragazzo che cresce, là vi sia un adulto a raccogliere tale sfida.”
(Winnicot)


Nella settimana sull'ADHD abbiamo contatto la dott.ssa Sgroi che, in collaborazione con il Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e della Educazione (SPAEE) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’Associazione Italiana Famiglie ADHD AIFA Onlus, ha organizzato il campus estivo ADHD family training, pensato per famiglie con bambini affetti da ADHD, per farci raccontare da una esperta il ruolo chiave che la risorsa famiglia gioca all’interno di una diagnosi di questo tipo.

La terapia elettiva per l’ADHD è la terapia multimodale: significa offrire un intervento alla famiglia, alla scuola e al bambino.

L’intervento alla famiglia, detto Parent Training, è la parte fondante di tutta la terapia dato che il bambino trascorre la giornata con la famiglia. I genitori, attraverso il Parent Training, imparano alcune strategie relazionali idonee ad aiutare il figlio a migliorare il suo comportamento e a superare i suoi ostacoli. Vi sono, poi, interventi educativi, detti Child Training, rivolti al bambino, che hanno lo scopo di migliorare alcune aree deficitarie come l’attenzione, il comportamento impulsivo, le abilità sociali. Di solito questi due interventi vengono affrontati in modo separato e la famiglia sa poco di quello che fa il bambino e il bambino non sa cosa fanno i genitori “Così abbiamo pensato, anche sulla base delle poche esperienze italiane e alcune fatte all’estero, di offrire una esperienza di campus familiare. Abbiamo pensato di unire anche l’aspetto della vacanza per rendere più piacevole la situazione. Tutto parte da qui, poi si è cercato un posto di vacanza comodo per dare la possibilità di partecipare a tutte le famiglie d’Italia, quindi non lo facciamo in provincia di Milano ma a Massa, comodo per le famiglie di altre regioni.

 “Le necessità fondamentali di un bambino con ADHD sono quelle di poter vivere con dei ritmi prevedibili, quindi, una organizzazione delle regole con delle routine che non cambiano mai”. Tutto questo perchè il disturbo ADHD porta il soggetto a vivere caoticamente, quindi è necessario che la quotidianità sia regolata. Questo è possibile soprattutto grazie alla famiglia. “Per esempio è importante aiutare il bambino a svegliarsi sempre alla stessa ora e compiere sempre gli stessi gesti, non in modo da diventare robot, però da dare la possibilità di automatizzare. Per esempio: uno la mattina si alza e tira su i bambini per portarli a scuola, non sono ADHD e allora in base al momento “dai vieni prima tu!” o “fai prima la colazione e poi ti vesti!” o “senti, vestititi che intanto ti preparo la colazione!”. Con un bambino ADHD è importante stabilire delle sequenze che vanno sempre rispettate, perché il bambino ADHD tende a procrastinare e si distrae facilmente: se le azioni da compiere non sono automatizzate, quindi non devono essere decise momento per momento, anche solo il semplice alzarsi la mattina e andare a scuola può diventare un problema per tutta la famiglia! Al campus si è lavorato soprattutto su questa dimensione durante il Parent Training: insegnare queste regole e costruire insieme dei planning della giornata per aiutare meglio i genitori a organizzarsi.

Inoltre, il Parent Training fornisce supporto alla famiglia nel modificare gli interventi educativi. Di solito, infatti, gli schemi educativi tradizionali, prevedono che se un bambino fa qualcosa viene punito. Con un bambino ADHD che meriterebbe sempre di essere sgridato, perché il suo deficit neurobiologico lo spinge ad agire impulsivamente e distrattamente e iperattivamente, un eccesso di punizioni e di sgridate va a sommarsi a tutte le critiche che riceve negli altri ambiti e quindi “bisogna un po’ salvaguardare l’autostima di questi ragazzi”.  Si suggerisce  quindi ai genitori di modificare i loro interventi educativi mettendo piuttosto in risalto le risorse positive dei loro figli. Si suggerisce anche di utilizzare premi e gratificazioni che,  se associate al comportamento corretto, favoriscono il ripresentarsi di tale comportamento. Dunque, si insegna ai genitori come e quando punire modificando il comportamento educativo tradizionale.

I genitori hanno la possibilità di aiutare i figli anche nello sviluppo relazionale. “I genitori possono, vivendo con loro tutti i giorni, favorire le occasioni di socializzazione ma anche suggerire le modalità corrette di relazionarsi che spesso i bambini con ADHD non hanno”.

Ai genitori inoltre, durante il Parent Training, è indicato come migliorare la vita scolastica del bambino: qual è l’aiuto più efficace per i compiti a casa, come migliorare il dialogo scuola-famiglia (essenziale come supporto allo studente), ecc. 

Del campus ci saranno altre edizioni. Sarà la struttura organizzatrice a divulgare l’informazione attraverso i canali più consoni che possono essere i pazienti dei professionisti coinvolti, le neuropsichiatrie territoriali, i centri ADHD e le associazioni di famiglie.


Continuate a seguirci.. nel weekend nuovi spunti!

Alice&Maura

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